- Documento realizzato da: Salvetti Elisa nel: 2018, pubblicato il 26/06/2018
Mattia Ducoli si avvicina alla fisarmonica più tardi, rispetto agli altri testimoni che ho incontrato: a 19 anni, spinto dalla fascinazione per gruppi folk come i Luf e Van Der Sfroos, compra la sua prima fisarmonica su internet, a poche centinaia di euro. L’importante è suonare, e Mattia comincia da autodidatta, cercando di sperimentare suoni e melodie. Lo fa per circa due anni, poi decide di seguire le lezioni di Ferdinando Mottinelli all’Accademia Arte e Vita di Breno prima, e di Graziano Picinelli poi, riuscendo a conciliare lo studio con il lavoro, che lo impegna da quando ha finito la scuola.
All’inizio andavo un po’ a caso, anche adesso comunque perché dopo cinque anni non impari troppo, ogni giorno impari qualcosa […] ma ne ho ancora tanto [da imparare]. Sia Mottinelli che Graziano hanno dovuto correggere moltissimo, adesso non suono più come suonavo prima, imparando a studiare è diverso, c’è tanto da imparare, c’è tecnica, solfeggio, è tosta, soprattutto a 24 anni perché non hai molto tempo libero che avevi da bambino.
Da quando ho finito scuola a 19 anni ho sempre lavorato un po’ come cameriere, come commesso, impiegato…sempre combaciando le due cose.
Prima di intraprendere il percorso di formazione però, una scuola importante Mattia la fa sulla strada, dove comincia ad esibirsi, quasi da subito e quasi per gioco, con la fisarmonica e due amici, con violino e banjo. La prima esperienza è alla Fiera dei Fiori di Piamborno, dove, come dice il testimone, con tanto di cassettina per le offerte, suscitano un primo entusiasmo da parte del pubblico, che filma e diffonde sui social network la loro esibizione. La fisarmonica è da subito, prima che strumento di studio, mezzo per mettersi in gioco, confrontarsi con il pubblico e affrontare da appassionato artefice, non più solamente da ascoltatore, la musica folk e irlandese.
La prima volta che mi sono esibito era aprile del 2012 o 2013, avevamo fatto delle prove in casa della violinista molto alla buona, erano cose preparate da gente che suonava da pochissimo, per forza di cose improvvisavamo […]. Non voglio sapere cosa hanno pensato dei musicisti veri se mi hanno visto le prime volte! [ride]…anche da questo lato [l’approccio al pubblico] si migliora ogni volta, sono in piena fase di apprendimento. Abbiamo fatto per un paio d’anni così come artisti di strada, in fiere mercatini di natale […]. Poi nel 2014 è arrivato Andrea, il cantante, e poi suo fratello Marco, il percussionista, e abbiamo cominciato i veri concerti appoggiandoci a locali dove conoscevamo i gestori e adesso suoniamo in Valle Camonica e Val di Scalve ma anche a Brescia, siamo andati a Lecco, Bergamo… .
Così nasce il progetto Art y Ciòk, che, ispirandosi al cantautorato folk italiano, alla musica irlandese e ai gruppi dialettali, comincia a farsi strada nel panorama locale, e diventa, per Mattia, un vero impegno lavorativo. Con il prosieguo dell’attività cambiano le esigenze, le competenze, gli obiettivi: alla fisarmonica cinese comprata su internet si sostituisce una fisarmonica professionale, fatta costruire a Stradella con i timbri, le sonorità e il peso che serve; ai tentativi autodidatti si affiancano le lezioni, la preparazione, lo studio.
Nel 2014 il gruppo, nella sua composizione a sei elementi, formatosi da pochissimo, partecipa a un concorso musicale organizzato da un pub di Darfo, che rappresenta anche il primo vero concerto degli
Art y Ciòck: Eravamo l’unico che ha fatto musica irlandese, in quel pub entravano solamente chitarre, bassi batteria e basta. Vedere noi arrivare con flauto violino e fisarmonica è stata un po’ una news lì, nonostante ripeto sia un genere che c’è da anni…e il premio è stato un buono dal musicista da 300 euro, ci siamo comprati le nostre prime casse, per fortuna oggi le abbiamo cambiate [ride].
A dicembre dello stesso anno la band vince un altro concorso, organizzato dalle Terme di Boario, e ottiene come premio la possibilità di pubblicare un disco:
Abbiamo avuto una fortuna pazzesca perché incidere un disco ha un costo pazzesco e avendo iniziato solo da un annetto non avevamo i fondi messi via per cui abbiamo dovuto pagare solamente la stampa […] abbiamo suonato 40 minuti, eravamo gli unici a fare musica di quel genere, lì c’era musica davvero di tutti i generi, anche lì c’era il voto sia di pubblico e di giuria e la serata finale c’era nella giuria gente di Radio Deejay e RTL quindi siamo stati molto contenti che ci hanno apprezzato.
L’attività prosegue con successo, tanto da permettere al gruppo di lavorare attivamente alla pubblicazione di un secondo album, che uscirà nel 2018, composto da brani originali, scritti nei testi e nelle parti per fisarmonica, da Mattia. Parallelamente all’attività di musicista e di allievo di fisarmonica, Mattia comincia a compiere i primi passi in un altro, complesso mondo: quello della manutenzione e della riparazione delle fisarmoniche:ho iniziato quasi per scherzo, l’estate scorsa…del 2016, un mio amico mi ha detto se volevo iniziare la liuteria a cremona per il violino, erano cinque, sei anni di scuola, significherebbe star via e non ce la farei a mantenermi cinque anni senza lavorare, per cui era morta un po’ lì…lui aveva detto allora inizia con le fisarmoniche! Erano due anni che ero impiegato e da quando ho finito la scuola ho sempre fatto lavori che mi sono capitati, mi scadeva il contratto a febbraio, pochi mesi prima ho chiamato il liutaio a Stradella che già conoscevo e ha detto sì a che andassi qualche volte a settimana a imparare. Da febbraio una due settimane al mese mi fermo da lui e imparo qualche riparazione, accordatura, anche lì, come per la musica è un percorso lunghissimo ma mi sta piacendo e sta andando bene. Qui [luogo dell’intervista] una volta era l’ufficio di mio papà, ora me ne sono impossessato e ci ho messo qualche cianfrusaglia…sto costruendo un accordatore con l’aiuto del liutaio che mi sta insegnando, pian pianino mi piacerebbe avere uno spazio mio dove fare lavori.
Mentre ascolto Mattia, durante le nostre interviste, mi colpiscono alcune cose. Mattia è timido, ma la sua timidezza sembra così convinta e serena che mi mette a mio agio. È una timidezza che si mescola all’umiltà di un ragazzo che ha provato a mettersi in gioco senza mai dimenticare quanto deve imparare, quanto può imparare, quanto c’è di diverso e ancora da scoprire attorno a lui. La sua attitudine è laboriosa, senza inutili orpelli, una testimonianza che va dritta al sodo, senza dimenticare però l’entusiasmo e la passione, che lo spingono a suonare per ore e a ritagliare un piccolo laboratorio personale, con strumenti costruiti con quello che c’è, grazie alla propria dedizione e pazienza. Mattia ha cominciato tardi e in pochi anni ha già suonato per strada, seguito lezioni, scritto canzoni, cominciato a costruire il suo laboratorio di riparazioni, inciso due album, e ogni tanto, per una o due settimane, va a Stradella a imparare un’arte manuale che ogni giorno, anche l’artigiano che lo fa da cinquant’anni, deve inventare.
Bisogna studiarci un po’ su…sono arrivate fisarmoniche su cui dovevo fare un restauro completo, fisarmoniche vecchie che magari avevano cinquanta sessant’anni, le voci erano completamente arrugginite e una semplice accordatura non sarebbe bastata, ti rimane accordata un giorno e torna come prima, lì ci vuole un vero lavoro di restauro, devi togliere tutte le voci dalle scale, pulire la ruggine, poi accordarle, rimettergli le pelli, cerarle, dare un’accordatura finale sulla cassa…solo per quanto riguarda le voci. Se una fisarmonica è vecchia sono comunque da cambiare anche le guarnizioni del mantice, vedere se l’aria tiene, le valvole come son messe, per cui ci sono delle riparazioni standard, un restauro è praticamente questo, mi è già capitato di farne tre, completi. [Quanto tempo] ci si mette, dipende dalla grandezza, uno l’ho fatto su una fisarmonica piccolina, poi io ci metto un pochino di più del signore che mi sta insegnando, anche perché non ho tutte le attrezzature, inizio a far qui quello che posso e il resto lo finisco a Stradella. […] Io ci ho messo un mese lavorando non tutti i giorni, lavorando tutto il giorno puoi farlo anche in una – due settimane, quando sei giù [a Stradella] non ti dedichi a uno strumento per volta ovviamente…
[Il negozio di Beltrami a Stradella] è un negozio e un laboratorio, il mio insegnante è Beltrami Claudio, all’inizio lo conoscevo per fama, per me era un marchio e basta, poi si è rivelato una persona umilissima, disponibilissima, ed è nato anche questo bel rapporto. Nel laboratorio ci sono lui, Stefano, un ragazzo diplomato in liuteria, e poi c’è la moglie. Normalmente faccio una settimana di fila, è impensabile fare avanti e indietro. Do priorità ai lavori che mi danno da fare, e poi se mi avanza tempo guardo lui e mi fa provare.
Inoltre, la testimonianza di Mattia apre una prospettiva su un’altra declinazione dello strumento fisarmonica, quello della musica folk e irlandese, che come dice l’intervistato, ha una lunga tradizione ed esiste da anni, ma in Valle Camonica non esegue nessuno. Questa predilezione, che è stata anche la sua prima passione, non lo porta a precludersi tutto il resto: [Per quanto riguarda il Festival della fisarmonica] io ascolto volentieri perché ci sono grandi fisarmonicisti, non sono così chiuso che ascolto solo il folk e basta, mi piace un casino, tantissimo vedere anche altri generi e altri fisarmonicisti, ho seguito una volta una lezione con Emanuele Rastelli che è stato campioni del mondo di fisarmonica, mi sono comprato il cd di Galliano [fisarmonicista francese]… sono abbastanza aperto, il folk è quello che mi piace suonare, ma sono aperto anche ad altro.
Questa risorsa è archiviata in una cartella tematica, approfodisci il tema:
Nelle varie azioni di valorizzazione e tutela del patrimonio culturale camuno, la Comunità Montana di Valle […]
Continua la consultazione tematica con le risorse suggerite dalla redazione:
Il rifugio Prudenzini si trova a 2235 mslm in Val Salarno, una delle valli che
Questo contenuto è stato indicizzato, qui trovi le categorie associate: