- Documento realizzato da: Bendotti Loris nel: 2018, pubblicato il 26/06/2018
Il rifugio Prudenzini si trova a 2235 mslm in Val Salarno, una delle valli che scendono dal ghiacciaio dell’Adamello, e si raggiunge a piedi dalla località Fabrezza di Saviore dell’Adamello. All’interno del rifugio, i gestori usano tenere mazzi di carte, giochi da tavola e strumenti musicali a disposizione dei frequentatori per allietare le serate e le lunghe giornate piovose.
Ed è lì che il piccolo Thomas Gelmini di Cerveno, oggi diciannovenne, ha sentito suonare per la prima volta una fisarmonica, quando il padre era gestore del rifugio Prudenzini.
Il padre la fisarmonica non la sapeva neanche prendere in mano, ma c’era sempre qualcuno che per caso passava di lì e la sapeva suonare, più o meno bene questo poco importa in quel contesto.
Quello che importa è che da allora, da quando aveva sei anni, nel piccolo Thomas è nata una passione per la fisarmonica che continua ancora oggi, ed è anzi, più viva che mai.
Thomas studia da perito informatico, studia fisarmonica in Conservatorio, fa concerti per il Conservatorio e non, suona in un’orchestra di liscio, fa parte della Fisorchestra “Regina dei Monti” diretta da Marco Davide, ha creato un proprio gruppo musicale, ha partecipato a numerosi concorsi e masterclass di perfezionamento tenute da musicisti e compositori di ogni genere.
Thomas si trova in mezzo alle due anime della fisarmonica, quella folklorica e quella classica.
Con il proprio gruppo suona liscio nelle piazze, perché quella è la richiesta del pubblico, ma a differenza di molti altri pseudo-musicisti lui non suona in playback, perché preferisce sbagliare una nota che far finta di suonare. E diversamente da molti altri non cerca le serate, perché chi lo chiama è per passaparola o per il modo in cui suona, gli piace divertirsi suonando coltivando la sua passione. Anche con l’orchestra Oasi di cui fa parte suona liscio, in media Valle Camonica, con due cantanti e un sassofono. Non gli piacciono i dj, perché secondo lui sentire dire “vado a suonare” da un dj è molto antipatico per uno che studia davvero musica.
Ma oltre a questo Thomas è studente di fisarmonica al Conservatorio di Darfo Boario Terme, dove si studia quasi esclusivamente musica classica. Ed è questo il bello della fisarmonica: dal folklore al Conservatorio, è tutta musica.
E Thomas si colloca nel mezzo, non si identifica del tutto né con il folklore né con la musica classica, a lui piace la musica in generale, qualsiasi genere purché sia suonata bene.
Thomas sa che in Italia chi suona fisarmonica deve iniziare sempre dal folklore, e se è bravo arriva alla musica classica. Si potrebbe dire che il folklore è un punto di partenza e di passaggio per fare un percorso di livello, ma senza quel punto di partenza magari non avresti fatto il percorso che hai fatto. È sbagliato allora disprezzare il folklore, perché il folklore, i brani semplici, sono quella cosa che ti fa appassionare allo strumento.
Ma allora è sbagliato anche fermarsi al folklore, perché vorrebbe dire non conoscere una parte importante di quello che la fisarmonica può fare. Se la fisarmonica è uno strumento completo, può fare tutto, allora perché fermarsi al folklore? Thomas inizia a studiare fisarmonica a sei anni da Vittorino Ragazzi a Esine, che sarà suo maestro per cinque anni. Dopo i primi tre mesi di solfeggio, con Vittorino impara a suonare brani specifici, senza approfondire troppo le tecniche di esecuzione e i metodi del suono.
Tutto cambia quando al Conservatorio di Darfo viene aperta per la prima volta la classe di fisarmonica, sotto la guida di Oscar Taboni. In Conservatorio si studia per migliorare sempre di più, cercando di
migliorare in tutti i dettagli e conoscere la fisarmonica in ogni sua forma, migliorare le tecniche per suonare, più che suonare per fare un brano ed inoltre si apprendono le varie tecniche che permettono
di dare diverse sfumature al brano. Thomas si iscrive al Conservatorio per studiare fisarmonica e inizia
un percorso di studi lungo dieci anni che lo porterà fra qualche anno ad essere uno dei primi diplomati in fisarmonica della Valle Camonica.
Prima sotto la guida di Oscar Taboni, poi gli ultimi due anni con la professoressa Saria Convertino, Thomas studia il sistema a basso sciolto, con la fisarmonica a bassi sciolti detta “Bayan” grazie al quale la fisarmonica diventa sempre più simile a un organo, ed in base alla timbrica di questo strumento è utilizzata principalmente per musica classica e contemporanea.
Il passaggio da una scuola privatistica al Conservatorio non è stato facile: in Conservatorio ha scoperto la fisarmonica in un altro genere ma anche in un’altra tecnica, in tutt’altra musica. Ha dovuto cambiare strumento e studiare un sistema, che in Italia non viene praticamente mai insegnato da privatisti, ma soltanto nei conservatori mentre in Russia studiano così già da piccoli, ed è per questo che i fisarmonicisti russi sono “mostri” rispetto a quelli italiani.
Thomas ha capito che il Conservatorio è la strada giusta per far capire le potenzialità di questo strumento, ed ha capito che la fisarmonica non è solo folklore, ma uno strumento che può fare letteralmente tutto.
Oggi Thomas va a scuola tutti i giorni e va in Conservatorio quattro volte alla settimana, nel pomeriggio dopo la scuola. A questo vanno aggiunte le ore di studio a casa delle singole materie, il che vuol dire almeno due ore al giorno, perché se resti anche solo pochi giorni senza esercitarti poi perdi subito la tecnica. Sopportare un concerto non è uno scherzo neanche dal punto di vista fisico: devi stare per ore con uno strumento che pesa più di dieci chili. Ma al ragazzo l’impegno e la volontà non mancano: “Se ho difficoltà in una cosa, ma voglio arrivarci, ci sto anche delle ore intere”.
Se la musica è un mezzo per trasmettere sentimenti, suonare vuol dire trasmettere una storia con la musica. La fisarmonica permette a Thomas di esprimersi, attraverso il contatto fisico diretto con lo strumento, suonando con passione, sentimento, musicalità e amore per la musica e per la fisarmonica. E questo a soli diciannove anni. Grazie al rifugio e ai suonatori di passaggio.
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