Mottinelli Ferdinando (Fisarmonicista)

Ferdinando Mottinelli, classe 1965, originario di Malonno, ha ricevuto la sua prima fisarmonica dallo zio, a 12 anni. Diventa allievo del maestro Giampietro Passeri di Edolo, a sua volta allievo del maestro Gregorio Buffi, mentre frequenta la scuola della banda di Edolo.
Studiavo poco, il mio maestro si lamentava sempre, certe volte si incavolava e mi chiudeva nella sua stanza, il maestro era Giampietro Passeri, molto particolare come persona ma molto bravo come musicista, lui andava a scuola di fisarmonica da questo maestro Gregorio Buffi, di cui ho sentito parlare tantissimo, era ancora vivo quando sono entrato in banda io ma non dirigeva più, ne parlavano come molto disciplina, educazione […] aveva formato una buona banda, da tutta la valle salivano per andare da lui.

Negli anni ottanta entra nel suo primo gruppo musicale, che nasce da alcuni componenti della banda di Edolo. Cominciano ad esibirsi durante le feste di paese e rappresentano una formazione completa di clarinetto, sassofono, chitarra, chitarra basso, batteria e fisarmonica. Da qui Ferdinando comincia a suonare anche in appoggio ad altri gruppi valligiani, cosa che gli consente di conoscere bene la scena artistica e musicale di quegli anni. Un altro fisarmonicista che c’era a Edolo che era bravissimo era Mario Arzaroli detto Mario dell’Americana, anche lui l’ho conosciuto, ci ho suonato anche. Mario e Biagio erano i due musicisti più ricercati quando ero giovane, di tutta la Valle. Biagio suonava il sax e Mario la fisa cromatica, era molto bravo, molto musicale, molta memoria, improvvisava, era piacevolissimo ascoltarlo. Abbiamo suonato un periodo insieme perché avevano bisogno di una chitarra basso, modi di fare e di suonare di una volta. Il batterista era Gino di Sonico. Eravamo andati al Miramonti a suonare a febbraio, al tonale, avevamo fatto una serata lì, era venuta un sacco di neve, hanno chiuso la strada, siamo rimasti due o tre giorni bloccati […]. Suonavamo, anche Romagna mia perché era già [ famosa], però facevano tutti brani degli anni ‘30 ‘40 delle operette, brani lenti, famosi lenti che adesso non suona più nessuno, brani molto belli così con libertà, senza organizzare tutto, poi si fermano, chiacchierano con qualcuno, arriva qualcuno e fa la richiesta, gliela fai al momento perché avevano un repertorio vastissimo, e io riuscivo a seguirli, ascoltando l’armonia riuscivo a suonare la chitarra basso che avevo imparato io a suonare.
In alta Valle c’era molta gente appassionata della fisarmonica, altro era Francesco Gazzoli detto Françoise, perché aveva lavorato in Francia, lui era molto più sul popolare, canti degli alpini eccetera, ogni anno mi ricordo, avevo 8 – 10 anni, tutti gli anni al Mortirolo a luglio si trovavano un gruppo di amici e facevano la cena e poi tutta la sera a canti e balli con questo Françoise poi anche con Ferruccio Minelli, anche lui autodidatta. Però se non c’era la fisarmonica non era una festa così, quando c’era la fisarmonica la festa non finiva mai. […] All’epoca [c’erano] il Castagneto gestito da Mario dell’Americana a Mu, Rio Blanco a Sonico, erano balere da sabato, che chiamavano chi volevano, poi c erano le feste sì, dei coscritti o i bar o il gruppo di amici che al volo andavano a prendere la fisarmonica senza organizzarla, una volta dall’aperitivo saltava fuori una serata di canti e balli.
Con le prime esibizioni comincia anche la scrittura di alcuni brani, che, grazie all’aiuto di Angelo Casalini, Il Mora, verranno depositate in SIAE.
Nel frattempo Ferdinando continua la sua formazione musicale, sostenendo l’esame da privatista di teoria solfeggio al Conservatorio di Darfo, sezione del Luca Marenzio di Brescia, seguendo un’inclinazione
per la musica molto evidente, ma non subito appoggiata dal padre, che vuole finisca la formazione professionale da elettricista. Finita l’esperienza militare, a vent’anni si iscrive al Conservatorio di
Brescia in composizione, cosa che lo occuperà per dieci anni, e gli permetterà di affiancare allo studio della composizione anche quello del pianoforte. È un periodo molto impegnativo ma Ferdinando comincia
in parallelo la sua carriera di fisarmonicista e tastierista per una serie di gruppi musicali di ballo liscio bresciani, del Garda e milanesi. Inizia con il Gruppo Franco Manera, nelle sale da ballo delle provincie
di Brescia, Cremona, Bergamo e Milano. Nel frattempo l’abilità con la fisarmonica, anche se non più seguita con delle lezioni specifiche ma limitata alle esibizioni dal vivo, diventa comunque sempre più accurata grazie allo studio del pianoforte.
La carriera di musicista professionista lo impegnerà per vent’anni, e lo porterà a suonare in tutto il nord Italia con numerosi gruppi, tra cui Maurizio Garda, Roberto Romagnoli, Michi Ferrara, Sergio Gardamusic, con cui rimarrà per dieci anni, un periodo in cui non cessa l’attività di composizione.
Suonavamo dalle 13 alle 15 serate al mese, comprese tutte le feste: Natale, Capodanno eccetera […]. Sono arrivato fino ai 40 anni a fare questo lavoro: partire venerdì, suonare fino all’una e mezza, tornare, ripartire il sabato, magari suonare fino alle due, due e mezza, tornare, perché io tornavo sempre a casa, inizialmente a Edolo poi a quando mi sono sposato a Capo di Ponte, mi fermavo raramente in giro, magari la domenica era pomeriggio e sera […]. Le ho fatte passare tutte le sale da ballo nel nord Italia secondo me, perché andavamo dal Piemonte a Palmariva, dappertutto, qualche volta anche giù in Romagna, qualche volta Bologna, Imola, fino alle Marche, la più lontana è stata Roma.
Nel frattempo, finito il corso di composizione al Conservatorio di Brescia, Ferdinando ricomincia ad affiancare alle esibizioni anche lo studio della fisarmonica, fino a pensare di iscriversi al Conservatorio di Darfo, che ha istituito nel frattempo, un corso specifico per lo strumento. I dieci anni di studio previsti, l’ulteriore difficoltà di dover reimpostare la modalità di suonare i bassi, appresa nel corso della sua formazione, e gli impegni familiari, con l’arrivo delle figlie, lo faranno desistere, anche dopo il superamento dell’esame da privatista, dal perseguire l’impresa.
Lo studio della fisarmonica è perciò proseguito in ambito personale, con attività di composizione, adattamento e trascrizione di brani per fisarmonica, confrontandosi con autori contemporanei di diversi
generi, anche stimolato dalla partecipazione al Festival della Fisarmonica di Cevo, a cui è stato invitato più volte come ospite.
Finita l’esperienza di musicista professionista a tempo pieno, si unisce al Gruppo Ornella Nicolini, che gli consente di continuare l’attività ma con un impegno meno gravoso, inizia la sua collaborazione
come maestro di fisarmonica, pianoforte e composizione presso l’Accademia Arte e Vita di Breno, e presso la scuola di musica della banda di Vilminore di Scalve e inaugura la sua attività di direzione
di coro, prima con il coro San Lorenzo di Demo (ora Coro San Valentino) e poi con il Coro Rosa Camuna da lui fondato nel 2004.
Nel 2010 ha ottenuto il diploma di canto corale e direzione di coro al Conservatorio. La testimonianza di Ferdinando Mottinelli è ricchissima: di esperienze, di luoghi, di persone, di commenti. Una vita dedicata alla musica che ha spaziato dalle prime lezioni quasi familiari all’alta formazione del Conservatorio, dalle prime suonate nelle piccole e fumose balere della Valle Camonica negli anni ottanta ai grandi gruppi di liscio che hanno percorso con lui, per quasi vent’anni, l’intero nord Italia, passando per la composizione e l’insegnamento. Una panoramica ampia, lucida e consapevole di decenni nei quali la fisarmonica è stata un punto fermo ma al contempo sempre mobile e mutevole, perché legata ai bisogni, alle necessità, ai casi e alle opportunità delle vicende di vita.

Mottinelli Ferdinando
Località: Malonno

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